Editor prima o dopo? Il valore nascosto della consulenza preliminare

 

La maggior parte degli scrittori scopre troppo tardi che costruire una casa solida richiede fondamenta robuste, non solo belle rifiniture.

Scrivere un romanzo è un viaggio in solitaria, o ci si può far accompagnare fin dalla partenza?

Una domanda legittima, che molti scrittori si pongono solo dopo aver terminato la prima bozza. E spesso è proprio lì che scatta il cortocircuito: la storia non funziona, qualcosa non torna, e l’entusiasmo iniziale lascia spazio allo sconforto. Ma se ci fermassimo un attimo prima, se ci chiedessimo: chi può aiutarci a costruire le fondamenta del nostro romanzo prima ancora di iniziare a scriverlo? La risposta potrebbe essere: un editor.

Editor e coach: due ruoli, un obiettivo comune

Tradizionalmente, l’editor è la figura che entra in gioco una volta che il manoscritto è completato. Analizza la struttura, la coerenza narrativa, i personaggi, lo stile. Interviene con suggerimenti e modifiche per migliorare ciò che è già stato scritto. Ma c’è anche un altro modo, più strategico e spesso più efficace: coinvolgere un editor prima della stesura vera e propria, nella fase progettuale.

In questo caso si parla più propriamente di coaching narrativo o di consulenza letteraria. Il professionista aiuta l'autore a definire gli elementi essenziali: trama, conflitto, arco dei personaggi, ambientazione, punto di vista. Si lavora insieme su una scaletta, su una sinossi strutturata, su una panoramica dei personaggi principali e delle dinamiche narrative. In pratica, si costruisce l’impianto portante della storia, mattone dopo mattone.

Una scelta che sempre più autori compiono

Negli ultimi anni, sempre più scrittori — anche esordienti o self publisher — scelgono proprio questa via: quella della consulenza preliminare. Una scelta che ha numerosi vantaggi, tra cui quello di evitare errori strutturali difficili da sistemare a posteriori. Quando la struttura è debole, ogni frase ben scritta rischia di poggiare su un terreno instabile. Meglio costruire su basi solide, ottimizzando tempo, energie e anche le possibilità di pubblicazione.

Molti editor oggi propongono pacchetti personalizzati: dalla fase di brainstorming iniziale alla revisione di sinossi e scaletta, fino al supporto continuo durante la scrittura e all’editing finale. Non tutti gli autori sanno che questi servizi esistono. E alcuni pensano di non poterseli permettere, come se fossero riservati solo a chi è già arrivato. Ma la verità è che investire in un affiancamento mirato fin dall’inizio può fare davvero la differenza, offrendo una bussola preziosa in un territorio spesso confuso e difficile da navigare.

È un regalo che si fa alla propria storia, e anche a sé stessi. Perché permette di imparare, crescere, prendere consapevolezza dei propri punti deboli e di quelli di forza. E perché, spesso, aiuta anche a trovare il coraggio di portare a termine un progetto ambizioso.

Una palestra narrativa che fa crescere

La progettazione condivisa non è solo utile. È formativa. Lavorare con un editor fin dalla fase iniziale è come frequentare una palestra per scrittori: ci si allena con metodo, si scoprono tecniche e strategie, si impara a vedere la scrittura con occhi più lucidi. Gli strumenti acquisiti in un percorso di coaching restano per sempre, pronti per essere riutilizzati nei romanzi futuri.

Non è (solo) questione di risparmiare tempo o evitare errori. È anche, e soprattutto, una questione di consapevolezza autoriale: sapere cosa si sta facendo, dove si vuole andare e come ci si può arrivare.

Ogni processo creativo è unico!

Attenzione, però: non esiste un solo modo giusto di scrivere. Ci sono autori che hanno bisogno di progettare tutto nei minimi dettagli prima di iniziare, e altri che preferiscono lanciarsi nella stesura lasciandosi guidare dall’intuizione. C'è chi sente il bisogno di essere accompagnato passo dopo passo, e chi invece lavora meglio in completa autonomia.

Tutti gli approcci sono validi, se portano al risultato desiderato. L’importante è capire che tipo di scrittori siamo, e saper chiedere aiuto quando serve. Perché scrivere un romanzo non è mai una corsa solitaria: è un viaggio lungo, impegnativo e pieno di ostacoli. E affrontarlo con una buona mappa — o con un compagno di strada esperto — può fare la differenza tra abbandonare tutto a metà o arrivare, finalmente, a scrivere la parola fine.

Cosa propongo ai miei autori?

Nel mio lavoro con gli scrittori, offro entrambe le possibilità: sia l'editing di un testo già scritto, sia un percorso di coaching narrativo che parte da un’idea iniziale per costruire insieme la struttura di un romanzo completo. Personalmente, quando ricevo un manoscritto “finito” ma ancora carente nei pilastri narrativi — trama debole, personaggi poco sviluppati, ritmo incerto — preferisco proporre una riscrittura, totale o parziale, piuttosto che intervenire subito con il micro editing. Sarebbe come cercare di lucidare un pavimento mentre le fondamenta dell’edificio sono ancora instabili.

In questi casi, accompagno l’autore nella revisione dei macro elementi della storia, fornendo indicazioni puntuali su cosa modificare, cosa aggiungere, dove approfondire. A volte basta intervenire su alcune sezioni strategiche, altre volte è necessario ripartire con più decisione. Ma in ogni situazione, l’obiettivo resta lo stesso: trasformare il testo in una storia solida, coerente e coinvolgente, capace di parlare davvero al lettore.

Il fattore fiducia: la chiave di tutto

Una cosa che conta più di tutto il resto è che si crei un rapporto di fiducia tra le due parti, altrimenti non si comincia nemmeno. La fiducia è quel terreno fertile in cui può nascere una collaborazione proficua, onesta e stimolante. Che tu scelga di lavorare con un editor prima, durante o dopo la stesura, l'elemento essenziale è sentirsi compresi e supportati nel proprio processo creativo.

La scrittura è un atto intimo, spesso vulnerabile, e affidare il proprio lavoro a qualcuno richiede coraggio. Per questo, è importante che l’autore percepisca nell’editor non solo un professionista competente, ma anche un alleato, qualcuno capace di entrare in punta di piedi nella storia altrui con rispetto, lucidità e passione. Ogni professionista ha una sua esperienza e un suo modo di agire, ma la magia accade quando editor e autore trovano un linguaggio comune, condividono visione e obiettivi, e riescono a costruire un dialogo sincero.

Solo così la collaborazione non diventa un ostacolo, ma una vera risorsa. Una spinta in più per arrivare dove, da soli, sarebbe stato più difficile.

La strada verso la consapevolezza

Alla fine, non esiste un solo modo giusto per scrivere un romanzo, ma esiste sicuramente il modo giusto per te. L'importante è conoscersi e, quando serve, sapere di potersi affidare a una persona competente.

Quindi, tornando alla domanda iniziale: ha senso coinvolgere un editor preliminarmente? La risposta è un sonoro sì. Non solo ha senso, ma può trasformare completamente il tuo approccio alla scrittura, rendendoti un autore più consapevole, preparato e, soprattutto, più efficace nel raccontare le storie che hai nel cuore.

Il momento giusto per chiedere aiuto non è (solo) quando il romanzo è finito, ma (anche) quando inizi a sognarlo.

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